Ricerche archeologiche
L’espansione del centro di Santa Giusta ha comportato nel corso degli ultimi decenni il sacrificio delle testimonianze di Othoca che venivano casualmente alla luce. Solamente in anni recenti l’impianto di indagini di archeologia urbana in Santa Giusta ha permesso di approfondire i temi della topografia di Othoca.
Le prime ricerche vennero effettuate dall’archeologo Giovanni Busachi nel 1861, che affascinato dalle leggende che correvano su Eden, decise di intraprendere scavi a Santa Giusta, alle falde occidentali del rilievo sormontato dalla Chiesa di S.Severa, alla periferia meridionale dell’a bitato di Santa Giusta. Quell’altura era detta da tempo immemorabile Is Forrixeddus “I piccoli forni”, il sabbione alluvionale che costituiva la collina rivelò a pochi centimetri dalla superficie frantumi di carbone, ceneri e cocci di vasi. Liberata un’area sufficientemente ampia il terreno apparve costellato da fossette circolari ed ellittiche colme di carboni antichissimi che erano serviti all’erosione dei cadaveri, secondo il principale rito funerario dei Fenici ( da qui il nome datogli).
Il Busachi esplorò anche il sito prima di arrivare al ponte romano, dove trovò alcune sepolture semplici dalle quali estrasse alcuni vasetti e lucerne di terra cotta di poca importanza, che diedero gli indizi della presenza di una necropoli, seguitando a scavare scoperse una colossale tomba profonda due metri circa, e larga in proporzione, tutta fabbricata maestrevolmente a pezzi quadrati in pietra d’arenaria simile a quella del Sinis, e coperta a lastroni d’una pietra calcarea. Nelle pareti longitudinali vi erano praticate due piccole nicchie, o armadi quadrati, in uno dei quali vi stava un cacabus o secchia di bronzo, e nell’altro un’anfora di terra cotta. All’i nterno della tomba vi erano più cadaveri a dimostrazione del fatto che si trattava di una tomba di famiglia. Furono trovati anche molti oggetti preziosi, tra i quali due braccialetti, un ‘orecchino e quattro scarabei simili a quelli ritrovati nelle tombe di Tharros.
Scomparso il Busachi la necropoli si Santa Giusta non venne più esplorata finché nel nostro secolo non furono avviate opere di bonifica attorno allo stagno di S.Giusta per evitare che le acque tracimassero invadendo l’abitato, fu così che nel 1910 riapparvero nello stesso sito a lungo indagato dal Busachi nuove tombe inviolate della medesima necropoli risalente al VI-IV secolo a.C., o originariamente chiamata città di Othoca e di fondazione fenicia.
Le ultime ricerche su Othoca sono avvenute nel decennio 1983-1992,esse hanno riguardato la necropoli di Santa Severa, il centro urbano e il porto lagunare.
Nel 1927 venne segnalata la scoperta, nel canale di Pesaria, che collega la laguna di S. Giusta al Golfo di Oristano, di un’anfora, definita «greca» da Antonio Taramelli.
Nel 1973 nei fondali della laguna di S. Giusta vennero recuperate varie anfore fenicie e cartaginesi.